A te una sillaba
A te una sillaba temeraria,
una fronte che sente il mare
oltre l’istante dell’ordine spezzato,
la voce
senza gesti di una gioia
trascorsa e traboccante, ora
che il corpo si è fatto musica
della cenere, respiro delle sfere,
silenzio consacrato
Chiara sorte di un sabato mattina,
vena aurea dell’ultimo vedersi
lungo la via senza regole del dolore
Ogni giardino si allontana sempre
da chi l’abita - l’angelus di ogni battito
ci ammonisce. La frazione
si fa intero, lo splendore folgorato
dell’estate segno della notte
caldo annuncio dell’al di là
(da
"Ma si capisce dopo”)